Una definizione univoca e “a priori” di quel che sia la qualità urbana e del territorio non esiste, tanto meno per un ambito territoriale così complesso come quello oggetto del Piano Strategico. Lo scenario al 2020 muove allora dall’analisi, condotta nei Gruppi e al Tavolo di Lavoro, degli elementi e delle esigenze – materiali e immateriali – che vanno a comporre la “domanda di qualità” delle popolazioni del territorio. Al plurale, al fine di sottolineare l’importanza di porre eguale e costante attenzione alle diverse porzioni del territorio interessate dal piano e, insieme a queste, al rapporto tra i diversi sistemi che lo compongono: la montagna e le sue vallate, le zone pedemontane, la pianura, le realtà urbane in esse presenti e – trasversalmente – le esigenze espresse da ogni fascia d’età delle comunità che le abitano.
In quest’ottica, e partendo dal concetto trasversale di “luogo”, inteso come spazio fisico, che, a seconda degli usi e degli attori che lo utilizzano, acquista un identità e ruoli differenti, l’innalzamento della qualità della vita che contraddistingue Cuneo e il suo territorio nel 2020 è il risultato della capacità strategica e riflessiva dei suoi attori di alimentare un sistema a “rete” tra questi spazi, valorizzandone potenzialità e sinergie.
Nelle zone alpine, nelle vallate e nei comuni montani, si è interrotto e poi invertito il trend decennale di spopolamento, che aveva drammaticamente impoverito il tessuto sociale e culturale di questi luoghi, mettendo a rischio l’economia montana e determinando una qualità della vita – misurata in termini di servizi – inferiore rispetto a quella cittadina. Grazie ad iniziative molteplici ma integrate fra loro e in sinergia con i progetti degli altri Assi strategici, fra le quali un’azione sistematica di recupero del patrimonio abitativo finalizzato anche a nuove forme di turismo residenziale, l’incentivazione di iniziative imprenditoriali – in particolare giovanili – favorite dall’infrastrutturazione telematica anche dei territori montani [cfr. ASSE 4, AZIONE 4.A.1], lo sviluppo di una offerta turistica ecosostenibile tanto variegata quanto coordinata [cfr. ASSE 4, AZIONI 4.C.1 E 4.C.2] le aree montane hanno conosciuto un processo di rivitalizzazione che ha favorito il miglioramento della qualità della vita anche delle fasce più anziane della popolazione, non da ultimo in seguito alla domiciliarizzazione delle politiche sociali sul territorio.
Ad una scala territoriale di maggior dettaglio, gli “spazi urbani” come i quartieri, gli assi urbani, le piazze, il verde urbano, i luoghi dello svago (cinema, teatri, sale congressi, auditorium, gli impianti sportivi) sono diventati ancor di più quelli attorno a cui ruotano gran parte delle attività sociali della città e si creano occasioni di incontro e confronto tra le persone e tra i gruppi. La valorizzazione di zone verdi realmente vivibili – parte, insieme alle zone di rappresentanza e di arredo, di una più vasta rete ecologica del verde che si estende su tutto il territorio – è diventato un patrimonio comune, percepito dai cittadini nella sua rilevanza per la qualità della vita e quindi rispettato ed alimentato anche grazie ad iniziative diffuse di “adozione del verde”. E si è moltiplicata la presenza di spazi culturali, sportivi, religiosi e multiculturali, che favoriscono l’incontro fra le persone e la generazione di reti interpersonali in grado di contribuire ad alleviare fenomeni di esclusione sociale.
La ricostruzione dell’identità ambientale degli spazi urbani e la rivitalizzazione di quelli collettivi hanno fatto in certo senso da cornice all’affermazione e condivisione di un concetto di luogo come “casa di tutti”, dunque da “abitare” non chiudendo porte e finestre, ma aprendole alla solidarietà diffusa, ad una presenza che si è fatta prossimità ed è diventata collettivamente rete di cittadinanza solidale, nella quale le municipalità hanno mantenuto e rafforzato il proprio ruolo progettuale di connessione fra la sussidiarietà verticale dei diversi livelli istituzionali e quella orizzontale delle organizzazioni del terzo settore, dell’associazionismo e del volontariato. Cuneo e il suo territorio nel 2020 sono luoghi in cui iniziative e progetti non nascono soltanto “per”, ma con i cittadini – tanto più se soggetti deboli e svantaggiati – e dai cittadini e le loro reti associative; in cui l’invecchiamento della popolazione – aumentato vieppiù perché città e territorio “sani” – non è “gestito” ma accompagnato dal potenziamento dei servizi, dalla già citata domiciliarizzazione della rete dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari e dalla conciliazione fra i tempi di cura e i tempi di lavoro; in cui la società non solo è diventata ma si percepisce plurale e per ambedue i motivi è diventata più ricca: economicamente, culturalmente e socialmente.
L’architettura di obiettivi, azioni e progetti in cui si struttura l’Asse 2 rappresenta una fotografia – oggi nitida e nel 2020 ormai sbiadita – di come fu avviato il processo verso quella qualità della vita.
2.A LA MONTAGNA: RISORSA TERRITORIALE E CERNIERA TRANSFRONTALIERA
2.A.1 RIVITALIZZARE I TERRITORI MONTANI
2.A.2 SVILUPPARE RETI DI COOPERAZIONE INTERNAZIONE A CAVALLO DELLE ALPI
2.B SVILUPPO DI UN'URBANISTICA SOSTENIBILE PER UNA CITTÀ E UN TERRITORIO VIVIBILI
2.C UN TERRITORIO INCLUSIVO E SOLIDALE
2.C.1 INIZIATIVE PER UN TERRITORIO ACCOGLIENTE, SOLIDALE E PARTECIPATO
2.C.2 INIZIATIVE DI SOSTEGNO PER I NUCLEI FAMIGLIARI E AI PROCESSI EDUCATIVI